APPELLO IMPORTANTE
OGGETTO: trasferimento d’ufficio del CRA-CMA (ex UCEA) con annesso Osservatorio meteorologico di Roma-Collegio Romano
In data 27 settembre ci è stato comunicato che il Consiglio per la Ricerca e per la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), a seguito del taglio dei finanziamenti nel settore della ricerca (9 milioni di euro per il solo CRA), non potrà più mantenere la sede dell’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (CMA), nel complesso del Collegio Romano con ingresso in Via del Caravita 7/a, sul quale campeggia l’antica iscrizione “Ufficio Centrale di Meteorologia – R. Osservatorio Astronomico”.
Il personale del CRA-CMA dovrà lasciare la storica sede occupata ininterrottamente dal 1879 entro il prossimo dicembre, per essere trasferito in sede da destinarsi con le sole postazioni di lavoro, senza alcuna garanzia per la futura collocazione della Biblioteca, dell’Archivio storico, della collezione di antichi strumenti sismici e meteorologici e per la continuazione delle osservazioni meteorologiche del Collegio Romano, iniziate nel 1782, con la pubblicazione di un bollettino giornaliero affisso quotidianamente nella bacheca di fianco al portone d’ingresso.
Non ci sarebbe niente da eccepire sul risparmio economico per il CRA (che però è tutto da dimostrare, visto che i locali sono in uso gratuito e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali si è formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione) e sul trasferimento delle persone, se non fosse che il CRA-CMA ha una tradizione storica e scientifica nel settore della meteorologia e della climatologia, riconosciuta a livello internazionale, strettamente legata ai luoghi fino ad oggi occupati.
Negli ambienti del CRA-CMA è conservato un patrimonio storico di rilevante interesse scientifico e culturale. La Biblioteca, nota come “Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana”, (il cui patrimonio librario è stato dichiarato dal MIPA “bene immobile dello Stato” nel 1998) vanta più di 15.000 testi di meteorologia e geofisica italiani ed esteri, rari e di pregio, alcuni risalenti al ‘500, e si configura come la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell’età moderna. Ha ospitato personaggi illustri e scienziati che hanno fatto la storia della meteorologia (Galileo Galilei, padre Angelo Secchi, Enrico Fermi). La collezione di antica strumentazione meteorologica e sismica, di grande valore per la rarità e il prestigio degli strumenti, organizzata in un percorso espositivo, traccia la storia della geofisica in Italia attraverso l’evoluzione dei sistemi di misura.
Il CRA-CMA è l’erede diretto del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia che, fondato nel 1876, rappresentò il primo Servizio meteorologico centrale in Italia. Il CRA-CMA gestisce tuttora una Rete di stazioni meteorologiche dislocate su tutto il territorio nazionale. L’Archivio storico di dati meteo ha un’importanza unica nel suo genere in Italia (sei milioni di dati per ogni variabile meteorologica osservata) ed è uno tra i pochissimi nel mondo a poter vantare serie storiche di dati meteo-climatici plurisecolari. Tali dati costituiscono informazioni indispensabili per compiere studi climatici di supporto alle ricerche finalizzate all’utilizzazione del territorio, all’agrometeorologia, allo sfruttamento delle fonti alternative di energia ed al risparmio energetico.
Dell’ufficio è parte integrante l’Osservatorio meteorologico di “Roma Collegio Romano”, la cui ultrasecolare serie ininterrotta di rilevazioni meteorologiche è di fondamentale importanza per lo studio del clima della città anche in relazione ai cambiamenti climatici.
Si può dunque comprendere come l’attività di ricerca del CRA-CMA sia strettamente connessa con l’attuale suo luogo di lavoro. Interrompere il legame tra il CRA-CMA, erede della tradizione scientifica sinteticamente sopra descritta, e la sua sede storica del Collegio Romano comporterebbe una grave perdita della memoria storica della tradizione geofisica e meteorologica italiana, un impoverimento culturale e danni irreversibili per la comunità scientifica italiana ed internazionale nonché per la stessa città di Roma.
Separare il personale dalla Biblioteca e dall’Archivio comporterebbe, tra l’altro, l’impossibilità di utilizzare tutti gli strumenti disponibili, utili per una migliore qualità dell’attività lavorativa e di studio del CRA-CMA.
Alla luce di quanto suesposto, si ritiene doveroso valutare non solo dal punto di vista economico l’eventualità che il CRA-CMA possa continuare ad operare nella sede storica del Collegio Romano.
Roma, 30 settembre 2010
Il personale CRA-CMA:
Franca Mangianti ricercatore e responsabile dell’Osservatorio del Collegio Romano
Maria Carmen Beltrano ricercatore
Stanislao Esposito
Giovanni Dal Monte tecnologo
Maria Cecilia Serra tecnologo
Giuseppe Belluomo Anello collaboratore di amministrazione
Domenico Sansone
Gianni Antonio Mulas, coll. Tecnico V° liv.
Domenico Maglio Collaboratore Tecnico IV livello
Chiara Epifani assegnista di ricerca
Eleonora Gerardi: Operatore Tecnico VIII livello
Edmondo Di Giuseppe assegnista di Ricerca
Alessandra Saioni Collaboratore tecnico a tempo determinato
Sara Quaresima Operatore Tecnico tempo determinato
Massimo Scaglione, assegnista di ricerca
Sofia Bajocco assegnista di ricerca
Simona Sorrenti, assegnista di ricerca.
Roberta Alilla assegnista di Ricerca
(lettera inviata a tutti gli organi di stampa ed alla seguenti istituzioni: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri, Presidente del Senato, Presidente della Camera dei Deputati,
Presidente della Regione Lazio, Presidente della Provincia di Roma, Sindaco di Roma)
La facciata sud del complesso cinquecentesco del Collegio Romano in una stampa dell'800; l'edificio fu realizzato per volontà di papa Gregorio XIII Boncompagni allo scopo di ospitare le attività del Collegio Romano, istituito nel 1551 da Ignazio di Loyola (a copertura di tutto l'arco scolastico, dagli studi elementari a quelli universitari) che ancora non disponeva di una sede propria. L'inaugurazione del nuovo Collegio (la parte dell'attuale Liceo Ginnasio Visconti) avvenne il 28 ottobre 1584, mentre gran parte della vasta costruzione che oggi ammiriamo fu completata nella seconda metà del secolo XVII: i lati occidentali e meridionali furono i primi ad essere costruiti, successivamente fu realizzato il lato settentrionale con la Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola (che nel frattempo era stato canonizzato nel 1622) ed infine quello orientale. La torre Calandrelli, ben visibile in primo piano, fu aggiunta nell'angolo sud-est del fabbricato nel 1787.
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La torre Calandrelli vista dall'ultimo piano dell'edificio; dal 1788 gli strumenti per le osservazioni meteorologiche (eseguite con continuità al Collegio Romano già dal 1782) vennero collocati sulla sommità della torre, alla quota di 66,4 m s.l.m. e ad un'altezza di circa 45 m sul piano stradale, dando avvio ad una serie storica di rilevazioni giornaliere, eseguite con sistematicità nello stesso sito e nelle medesime condizioni, che ha ormai abbondantemente superato i duecento anni e costituisce un riferimento assolutamente unico per il confronto del clima presente con quello del passato, ma ora rischia di essere interrotta a causa dei tagli alla ricerca scientifica.
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Alcuni degli strumenti meteorologici (sono qui visibili l'eliofanografo, il piranometro a termocoppia e il lucimetro di Bellani) attualmente attivi sulla sommità della torre Calandrelli.
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Del complesso del Collegio Romano, qui evidenziato in una vista aerea del centro storico di Roma (sulla sinistra spicca anche la cupola ogivale del Pantheon), fanno parte la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola ed il Liceo Ginnasio Visconti; l'ultimo piano dell'ala nord-orientale ha ospitato fin dalla sua fondazione (1876) il Regio ufficio Centrale di Meteorologia, sorto all'indomani della costituzione dello Stato unitario italiano allo scopo di gestire la prima rete nazionale di stazioni meteorologiche, e dal 1913 dotato anche di una “Sezione Presagi”, avente il compito di redigere le previsioni meteorologiche nell’interesse generale del Regno; quest’ultima sezione, dal 1925, passò poi alle dipendenze del Commissariato per l’Aeronautica che la unificò con la Sezione Aerologica in un unico Ufficio Presagi, avente finalità non solo aeronautiche ma anche civili, segnando storicamente la nascita del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, mentre il Regio Ufficio Centrale venne successivamente indirizzato verso il settore della meteorologia e dell’ecologia agraria (annettendo a sé, per un certo periodo, anche competenze di geodinamica e geofisica, poi trasferite al Consiglio Nazionale delle Ricerche), proseguendo con la denominazione di Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (UCEA) l’attività di raccolta sistematica dei bollettini meteorologici, inviati da centinaia di stazioni dislocate su tutto il territorio nazionale, alcune delle quali con serie storiche ultracentenarie, primo fra tutti proprio l'Osservatorio del Collegio Romano, attivo fin da quasi un secolo prima dell'Unità d'Italia.
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Lo storico portone di Via del Caravita 7/a, sul lato settentrionale del complesso del Collegio Romano, sul quale campeggia l'antica iscrizione “Ufficio Centrale di Meteorologia – R. Osservatorio Astronomico"; nella bacheca di fianco al portone viene affisso quotidianamente il bollettino giornaliero con le osservazioni meteorologiche quotidianamente rilevate sulla Torre Calandrelli.
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