Moby Dick       

 

I n segno della mia ammirazione
per il suo genio
questolibro è dedicato a
                                          Nathaniel Hawthorne


  Herman Melville non fu pienamente compreso dai suoi contemporanei, che ne riconobbero soprattutto le doti di documentarista; ma la dedica per l'amico scrittore che compare  in apertura del romanzo Moby Dick testimonia, oltre l'affetto, anche la condivisione di una poetica densa di allegoria e di metafisica.

Va subito detto che Melville va oltre queste qualità e riesce a padroneggiare, fondendoli mirabilmente, tre aspetti: realistico, allegorico e simbolico. In Moby Dick ciascuno di questi elementi esiste in forza degli altri; ne risulta che la narrazione si carica di un fascino del tutto particolare, diverso da ogni altro esempio letterario.

Quindi, un approccio soltanto allegorico non renderebbe giustizia della  reale complessità del testo, anche se è un primo passo verso un tipo di lettura attenta a tutti gli aspetti, non solo a quelli di tipo documentario.

C'è molta allegoria in Moby Dick, ma s'è soprattutto simbolismo, e della qualità più alta, fino al punto che l'opera non ha mai svelato completamente tutti i suoi misteri né sembra che, nonostante gli interminabili  dibattiti al riguardo, essi possano trovare una spiegazione definitiva in futuro.

Diceva Goethe: "L'allegoria trasforma l'apparenza in un concetto e il concetto in un'immagine ma in modo che nell'immagine il concetto sia sempre definito ed esprimibile...Il simbolismo trasforma l'apparenza in idea e l'idea in immagine, in modo che l'idea contenuta nell'immagine rimanga sempre infinitamente attiva e irraggiungibile e, per quanto espressa in tutte le lingue, rimanga inesprimibile.".
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